Non Parlate Al Conducente by Tizio Bononcini Lyrics
Ho preso l’autobus novantasei
Una mattina di fine estate uggiosa
C’era una fauna proprio sontuosa
Di donne uomini ed anche farisei
C’era il manager giacca e cravatta
Con l’aria d’uno che si sente fuori posto
Costretto a usare l’odiato “autobusso”
Umiliato perché c’ha l’auto rotta
La signora dall'aria sussiegosa
Scuote la testa con fastidio e disappunto:
“Quegli studenti ignoranti e scioperati
Saran futura nostra classe dirigente!”
Ma non parlate al conducente
Che guida e sembra che non ascolti niente
Guarda lontano e pensa cosa fare
Quando sarà arrivato al capolinea
Va come un treno oggi il novantasei
Sembra volare tra i portici del centro
Smetto di leggere e mi guardo intorno
Osservo ogni faccia e comportamento
C’è il mendicante con la fisarmonica
Che per due spicci accompagna i pendolari
Un tipo impavido che sfida i controllori
Pronto a scappare vedendoli arrivare
La coppietta di anziani innamorati
Che dopo anni ancora si accarezzano la mano
E due giovinastri cedon loro il posto
Dimostrando che non tutto è perduto
Ma non parlate al conducente
Che guida e sembra che non ascolti niente
Guarda lontano e pensa a grandi cose
Che scriverà arrivato al capolinea
Anche lei prende il novantasei
È castana, l’occhio vispo e ben tornita
Provai a abbordarla un giorno cedendole il mio posto
Ma beccai uno schiaffo cinque dita
A volte c’è il teppista principiante
Che si sdraia come in posa coi piedi sul sedile
In stile naif disegna falli enormi
Per sentirsi superiore e più virile
C’è quell'anziano ligio all'ordine e al rigore
Ha l’espressione del Nostalgico ultim'ora
Sgrida “chi sale dall'uscita e chi scende dall'ingresso”
Poi si calma palpeggiando una signora
Ma non parlate al conducente
Che guida e sembra che non ascolti niente
Se guarda indietro e pensa questa gente
Rinuncerà ad arrivare al capolinea
Son tornato sul novantasei
I colori d’autunno hanno preso il sopravvento
L’autobus è vuoto, non so se esser contento
Mi guardo in intorno quasi quasi me ne andrei
C’è solo l’autista che mi guarda riflesso
Non è lo stesso, è diverso da quell'altro
Questo controlla tutto ed indefesso
Accosta l’autobus e mi chiede:
Scusi, lei ha obliterato il biglietto?
Ehm, dice a me? Oh oh…
Ma non parlate al conducente
Che guida e sembra che non ascolti niente
Guarda lontano e pensa a grandi cose
Che scriverà arrivato al capolinea
Una mattina di fine estate uggiosa
C’era una fauna proprio sontuosa
Di donne uomini ed anche farisei
C’era il manager giacca e cravatta
Con l’aria d’uno che si sente fuori posto
Costretto a usare l’odiato “autobusso”
Umiliato perché c’ha l’auto rotta
La signora dall'aria sussiegosa
Scuote la testa con fastidio e disappunto:
“Quegli studenti ignoranti e scioperati
Saran futura nostra classe dirigente!”
Ma non parlate al conducente
Che guida e sembra che non ascolti niente
Guarda lontano e pensa cosa fare
Quando sarà arrivato al capolinea
Va come un treno oggi il novantasei
Sembra volare tra i portici del centro
Smetto di leggere e mi guardo intorno
Osservo ogni faccia e comportamento
C’è il mendicante con la fisarmonica
Che per due spicci accompagna i pendolari
Un tipo impavido che sfida i controllori
Pronto a scappare vedendoli arrivare
La coppietta di anziani innamorati
Che dopo anni ancora si accarezzano la mano
E due giovinastri cedon loro il posto
Dimostrando che non tutto è perduto
Ma non parlate al conducente
Che guida e sembra che non ascolti niente
Guarda lontano e pensa a grandi cose
Che scriverà arrivato al capolinea
Anche lei prende il novantasei
È castana, l’occhio vispo e ben tornita
Provai a abbordarla un giorno cedendole il mio posto
Ma beccai uno schiaffo cinque dita
A volte c’è il teppista principiante
Che si sdraia come in posa coi piedi sul sedile
In stile naif disegna falli enormi
Per sentirsi superiore e più virile
C’è quell'anziano ligio all'ordine e al rigore
Ha l’espressione del Nostalgico ultim'ora
Sgrida “chi sale dall'uscita e chi scende dall'ingresso”
Poi si calma palpeggiando una signora
Ma non parlate al conducente
Che guida e sembra che non ascolti niente
Se guarda indietro e pensa questa gente
Rinuncerà ad arrivare al capolinea
Son tornato sul novantasei
I colori d’autunno hanno preso il sopravvento
L’autobus è vuoto, non so se esser contento
Mi guardo in intorno quasi quasi me ne andrei
C’è solo l’autista che mi guarda riflesso
Non è lo stesso, è diverso da quell'altro
Questo controlla tutto ed indefesso
Accosta l’autobus e mi chiede:
Scusi, lei ha obliterato il biglietto?
Ehm, dice a me? Oh oh…
Ma non parlate al conducente
Che guida e sembra che non ascolti niente
Guarda lontano e pensa a grandi cose
Che scriverà arrivato al capolinea