Teggiano by Settembre Lyrics
I dischi di jazz, le nostre abitudini
Le foto alla festa, gli odori
Le lunghe mattine passate a dormire
Le pazze nottate passate a sognare
Le luci a Teggiano, il mare
Viaggiamo lontano, per poi ritornare
Un ultimo sguardo e un sorso di vino
Li ricorderò
Due turisti un pò distratti proprio come noi
Aspettano seduti un treno che non c’è
Un sorriso, una carezza
Che deserto questa estate
Un caffè corretto, una partita a carte
Non hai mai saputo imparare a perdere
Su fino al castello fra un chicco di grano e un campo di fieno
Le mani sudate, nel Sole
La casa di pietre senza pavimento
Mi dai un fiore bianco
Lo conserverò
Due passanti innamorati proprio come noi
Hanno appuntamento in un posto che non c’è
Un bambino in bicicletta, canta una canzone senza nome
Voglio rotolare senza più pensare
C’è una valle verde come il mare
È il posto migliore per amare
Due passanti innamorati proprio come noi
Hanno appuntamento in un posto che non c’è
Un bambino in bicicletta, canta una canzone
Senza ritornello e una strofa di due ore
L’ha chiamata Fantasia
Le foto alla festa, gli odori
Le lunghe mattine passate a dormire
Le pazze nottate passate a sognare
Le luci a Teggiano, il mare
Viaggiamo lontano, per poi ritornare
Un ultimo sguardo e un sorso di vino
Li ricorderò
Due turisti un pò distratti proprio come noi
Aspettano seduti un treno che non c’è
Un sorriso, una carezza
Che deserto questa estate
Un caffè corretto, una partita a carte
Non hai mai saputo imparare a perdere
Su fino al castello fra un chicco di grano e un campo di fieno
Le mani sudate, nel Sole
La casa di pietre senza pavimento
Mi dai un fiore bianco
Lo conserverò
Due passanti innamorati proprio come noi
Hanno appuntamento in un posto che non c’è
Un bambino in bicicletta, canta una canzone senza nome
Voglio rotolare senza più pensare
C’è una valle verde come il mare
È il posto migliore per amare
Due passanti innamorati proprio come noi
Hanno appuntamento in un posto che non c’è
Un bambino in bicicletta, canta una canzone
Senza ritornello e una strofa di due ore
L’ha chiamata Fantasia