Gli Oggetti by Giorgio Gaber Lyrics
[Testo di "Gli Oggetti"]
Nel frattempo, gli oggetti erano andati al potere
La loro prima vittoria era stata il superamento del concetto di utilità
Piano piano, avevano occupato anche gli spazi più nascosti delle nostre case
E da lì ci spiavano
Nessuno se n’era accorto all’inizio
Anzi, la loro silenziosa presenza sembrava piacevole e confortante Era difficile intuirne il senso sovversivo
Dopo anni di schiavitù, gli oggetti tentavano la strada del dominio
Non si sa da quali strati sia cominciata la rivolta
Negli anni sessanta, il disco a quarantacinque giri fu una specie di Spartaco
Ma già da tempo nei nostri salotti dominava la presenza dell'oggetto sapiens
Mentre le sorelle Candy, più stupide e viscerali
Occupavano sgarbatamente le cucine e le stanze da bagno
Nessuno aveva compreso il loro piano diabolico
Appostati dietro le vetrine, gli oggetti ci sceglievano
Selezionandoci in base al reddito
Nessuna riforma fiscale, avrebbe mai consentito una individuazione più precisa
Anche i più poveri, che finalmente, per la prima volta nella storia erano i privilegiati
E forse gli unici a potersi salvare
Avevano accumulato una gran serie di cazzate inutili
Non c’era più speranza per nessuno
La resistenza dell’uomo era sporadica e soggettiva
Sì, troppo individuale
Handicappato nel fisico, stupidamente biodegradabile
Debole, fatto male, coi polpacci al posto sbagliato, che non riparano...
Mai capito perché non li hanno messi davanti, che quando picchi negli oggetti, stuc lo stinco!
Cosa poteva pretendere l’uomo
Così fragile, così disfunzionale
Anche la riproduzione, bambino, delicato, nove mesi di tempo, parto, magari difficile, forcipe
Loro: Plunc, fatto!
Bel vantaggio!
Senza parlare di altri vantaggi:
Sentimentalismo quasi niente
Assoluta certezza ontologica
Visione del mondo chiarissima
Visione oggettiva!
La Candy ha la stessa percezione di me che ha anche il tostapane: Tremendo! Tutti d’accordo, avevano vinto
Anche la mia vecchia tabacchiera, che per anni mi aveva seguito come un maggiordomo fedele, andava con loro
No, no da lei non me lo sarei mai aspettato
Dal tostapane si, tuc, antipatico
Ma lei, così sensibile, vederla partecipare a questa enorme sfilata di oggetti inanimati
Che avanzava vittoriosa dietro al suo leader naturale:
La Candy!
La gente per la strada li osservava preoccupata
Gli schieramenti politici, purtroppo, avevano cose più importanti a cui pensare
Era la fine. Avevano vinto
La chiesa, sempre sensibile, agli strani sconvolgimenti del tempo, Come già aveva fatto molti anni prima con la donna
Decise di concedere l’anima anche agli oggetti
E, come allora aveva rivalutato la figura della Madonna
Ora aggiungeva al suo calendario una nuova festività:
Il Candy Day!
Nel frattempo, gli oggetti erano andati al potere
La loro prima vittoria era stata il superamento del concetto di utilità
Piano piano, avevano occupato anche gli spazi più nascosti delle nostre case
E da lì ci spiavano
Nessuno se n’era accorto all’inizio
Anzi, la loro silenziosa presenza sembrava piacevole e confortante Era difficile intuirne il senso sovversivo
Dopo anni di schiavitù, gli oggetti tentavano la strada del dominio
Non si sa da quali strati sia cominciata la rivolta
Negli anni sessanta, il disco a quarantacinque giri fu una specie di Spartaco
Ma già da tempo nei nostri salotti dominava la presenza dell'oggetto sapiens
Mentre le sorelle Candy, più stupide e viscerali
Occupavano sgarbatamente le cucine e le stanze da bagno
Nessuno aveva compreso il loro piano diabolico
Appostati dietro le vetrine, gli oggetti ci sceglievano
Selezionandoci in base al reddito
Nessuna riforma fiscale, avrebbe mai consentito una individuazione più precisa
Anche i più poveri, che finalmente, per la prima volta nella storia erano i privilegiati
E forse gli unici a potersi salvare
Avevano accumulato una gran serie di cazzate inutili
Non c’era più speranza per nessuno
La resistenza dell’uomo era sporadica e soggettiva
Sì, troppo individuale
Handicappato nel fisico, stupidamente biodegradabile
Debole, fatto male, coi polpacci al posto sbagliato, che non riparano...
Mai capito perché non li hanno messi davanti, che quando picchi negli oggetti, stuc lo stinco!
Cosa poteva pretendere l’uomo
Così fragile, così disfunzionale
Anche la riproduzione, bambino, delicato, nove mesi di tempo, parto, magari difficile, forcipe
Loro: Plunc, fatto!
Bel vantaggio!
Senza parlare di altri vantaggi:
Sentimentalismo quasi niente
Assoluta certezza ontologica
Visione del mondo chiarissima
Visione oggettiva!
La Candy ha la stessa percezione di me che ha anche il tostapane: Tremendo! Tutti d’accordo, avevano vinto
Anche la mia vecchia tabacchiera, che per anni mi aveva seguito come un maggiordomo fedele, andava con loro
No, no da lei non me lo sarei mai aspettato
Dal tostapane si, tuc, antipatico
Ma lei, così sensibile, vederla partecipare a questa enorme sfilata di oggetti inanimati
Che avanzava vittoriosa dietro al suo leader naturale:
La Candy!
La gente per la strada li osservava preoccupata
Gli schieramenti politici, purtroppo, avevano cose più importanti a cui pensare
Era la fine. Avevano vinto
La chiesa, sempre sensibile, agli strani sconvolgimenti del tempo, Come già aveva fatto molti anni prima con la donna
Decise di concedere l’anima anche agli oggetti
E, come allora aveva rivalutato la figura della Madonna
Ora aggiungeva al suo calendario una nuova festività:
Il Candy Day!