Giardini in una tazza di thè by Gianni Togni Lyrics
E' un giorno un pò pazzo d'autunno
Con i muri color vino bianco
E le donne che devono il the
Son felici e non sanno il perché
E le piazze le statue le strade
Sono allegre un pò innamorate
I bambini hanno i loro sorrisi
Si confidano solo alle fate
E mia madre guardava il tramonto affacciata al balcone
Io mangiavo torrone stringevo il mio nuovo aquilone
Per la via venditori ambulanti
Con i loro più strani palloni
Che volano sempre importanti
Più in alto delle mie illusioni
E le gite al museo delle cere
Suonatori coi loro cappelli
L'incantesimo di quelle sere
Magiche come acquarelli
E mio padre che amava i cavalli non mi dava ragione
Io cercavo dovunque matite per la mia collezione
E il primo giorno di scuola
Già negli occhi avevamo l'aprile
A sporcarci la giacca più nuova
A fare le corse in cortile
Far la guerra con le cartelle
Con la carta delle caramelle
La maestra da dietro gli occhiali
Ci parlava del re dei persiani
Mia sorella già pensava all'amore in un modo un pò strano
Mi parlava ogni tanto stringendomi forte la mano
Con i muri color vino bianco
E le donne che devono il the
Son felici e non sanno il perché
E le piazze le statue le strade
Sono allegre un pò innamorate
I bambini hanno i loro sorrisi
Si confidano solo alle fate
E mia madre guardava il tramonto affacciata al balcone
Io mangiavo torrone stringevo il mio nuovo aquilone
Per la via venditori ambulanti
Con i loro più strani palloni
Che volano sempre importanti
Più in alto delle mie illusioni
E le gite al museo delle cere
Suonatori coi loro cappelli
L'incantesimo di quelle sere
Magiche come acquarelli
E mio padre che amava i cavalli non mi dava ragione
Io cercavo dovunque matite per la mia collezione
E il primo giorno di scuola
Già negli occhi avevamo l'aprile
A sporcarci la giacca più nuova
A fare le corse in cortile
Far la guerra con le cartelle
Con la carta delle caramelle
La maestra da dietro gli occhiali
Ci parlava del re dei persiani
Mia sorella già pensava all'amore in un modo un pò strano
Mi parlava ogni tanto stringendomi forte la mano