Scrivo by Gianfree Lyrics
Scrivo ogni cosa, ogni passo
Ogni rosa ha una spina, nel fianco
Se la roba è gioiosa, non fare altro
Il male è un fottuto gioco d'azzardo
Giro con i miei, sempre in branco
Da anni 'sta patologia, sempre a fianco
Non va via e mi prende, sotto braccio
Una magia che si riflette, dentro al fango
Una j se no sclero, a Dio non ci credo
Solo perché no non credo a ciò che no non vedo
Fumo e dopo no non vedo, sì, come un cieco
Nei rimorsi annego i ricordi me li porto dietro
Resto immobile, con il tempo docile
Tu che sei un nobile, resti per me un fossile
Resti nel mondo di stucco, nel mondo distrutto
Sul fondo di brutto, ci resti sotto di brutto
E non ho un soldo, più di un sogno
Sarà per questo che poi non dormo
In banca voglio aprire, più di un conto
Da perdere quasi, forse il conto
Poi prende lo sclero
Vedo solo il nero
Nel mio alter ego, mi altero e piego
Un nodo in gola, no no non lo slego
La gioia tranquillo che poi la rinnego
Da me stesso abbandonato
Dato dello sfigato
Volo con la fantasia, mica col jet privato
Mi sono pentito tante volte
Ma mi sono sempre ricreato
Il dolore mai cercato
Ma lui da me è sempre arrivato
Mi scoppia la testa, stretta
Come se fosse una pressa, e mi pressa
Mi fumo una stecca così poi mi stecca
Una malattia fastidiosa, come una zecca
Vorrei avere i soldi della zecca
Per mamma che mangia pasta e keppra
La situa ormai è sempre qua la stessa
Chiuso a piangere dentro in cameretta
Fuori dalla finestra, che poi faccio una nebbia
Entro frate nella tua testa
La mia anima è compressa, è complessa
E non contesta
La mia rima è con testa
Non ho rabbia repressa ormai che la rabbia è depressa
Ogni rosa ha una spina, nel fianco
Se la roba è gioiosa, non fare altro
Il male è un fottuto gioco d'azzardo
Giro con i miei, sempre in branco
Da anni 'sta patologia, sempre a fianco
Non va via e mi prende, sotto braccio
Una magia che si riflette, dentro al fango
Una j se no sclero, a Dio non ci credo
Solo perché no non credo a ciò che no non vedo
Fumo e dopo no non vedo, sì, come un cieco
Nei rimorsi annego i ricordi me li porto dietro
Resto immobile, con il tempo docile
Tu che sei un nobile, resti per me un fossile
Resti nel mondo di stucco, nel mondo distrutto
Sul fondo di brutto, ci resti sotto di brutto
E non ho un soldo, più di un sogno
Sarà per questo che poi non dormo
In banca voglio aprire, più di un conto
Da perdere quasi, forse il conto
Poi prende lo sclero
Vedo solo il nero
Nel mio alter ego, mi altero e piego
Un nodo in gola, no no non lo slego
La gioia tranquillo che poi la rinnego
Da me stesso abbandonato
Dato dello sfigato
Volo con la fantasia, mica col jet privato
Mi sono pentito tante volte
Ma mi sono sempre ricreato
Il dolore mai cercato
Ma lui da me è sempre arrivato
Mi scoppia la testa, stretta
Come se fosse una pressa, e mi pressa
Mi fumo una stecca così poi mi stecca
Una malattia fastidiosa, come una zecca
Vorrei avere i soldi della zecca
Per mamma che mangia pasta e keppra
La situa ormai è sempre qua la stessa
Chiuso a piangere dentro in cameretta
Fuori dalla finestra, che poi faccio una nebbia
Entro frate nella tua testa
La mia anima è compressa, è complessa
E non contesta
La mia rima è con testa
Non ho rabbia repressa ormai che la rabbia è depressa