Ulisse by Claudio Lolli Lyrics
Ecco, è seduto davanti a noi come Ulisse
Col suo giaccone da marinaio
E quel sorriso da gioconda un poco troia
Precipitata dal Louvre in questa specie di guaio
Perché il destino, il fato, è cambiato
E oggi gli dei ci sono nemici
E certamente non basta più viaggiare
Per sembrare degli zingari felici
Perché gli anni passano e i figli crescono
E ognuno pensa alle cose sue
E se gli chiedi quanti figli ha lui
Ci pensa un po' prima di dire due
Due quasi grandi che lo prendono in giro
Quando riceve lettere d'amore
Guardate Ulisse, navigatore solitario
Che discende in canoa le intermittenze del cuore
...e poi le donne, ah! le donne, che affare
Ce ne vorrebbero tre o quattro per ciascuno
E poi le donne, anche in mezzo al mare
Ah, le donne, che profumo
Le donne salutano dal banchina, e piangono
Il giorno che devi partire
Poi si consolano e ci bevono sopra
E quella notte chissà con chi vanno a dormire
Ecco, coi gomiti spolvera il tavolo Ulisse
Parla di Tennyson, di Omero e di Dante
Sempre a occidente senza nessuna paura
Perché è il ritorno che non è importante
E quindi la storia della galera
E i traffici dopo l'università
Ma era bello rubare nei supermercati
In barba al principio della proprietà
È breve la vita, è un lampo che illumina
Soltanto una scena da dilettanti
Se non sai bene la tua parte a memoria
Cosa farai col pubblico davanti
Balbetterai qualcosa, una musica dolce
Quell'unica semplice melodia che sai
Rimandando a domani il senso del tempo
Del poco tempo contato che hai
...ma per fortuna le donne, che affare
Ce ne vorrebbero due o tre per ciascuno
E poi le donne, anche in mezzo al mare
Ah, le donne, che profumo
Appena in tempo alla banchina, e salutano
Il giorno che devi partire
Poi tornano a casa e ci dormono sopra
E nei sogni chissà dove vanno a finire
Ecco, ha la faccia tra le mani Ulisse
E ci racconta di quel brutto incidente
Rivedere lei in camice al pronto soccorso
Come se gli anni non fossero niente
Rivedere lei e sentire tornare
La meraviglia di quel tempo antico
Le ciliege sull'albero, orecchini di un sogno
Da sognare con tutti o con più di un amico...
... perché le donne, ah! le donne, che affare
Ce ne vorrebbero una o due per ciascuno
E poi le donne, anche in mezzo al mare
Ah, le donne, che profumo
Ma non c'è nessuno sulla banchina, piove
Proprio il giorno che devi partire
Sono tutti a casa e ci bevono sopra
E nei sogni chissà con chi vanno a dormire
Ecco, ha le mani tra i capelli Ulisse
Quei riccioli grigi eternamente ribelli
C'è quasi una lacrima che vorrebbe sgorgare
Per farci capire che tempi eran quelli
Tempi di lotta e tempi duri d'amore
Tra l'Italia sconfitta e un futuro bastardo
E una donna che chiude le intermittenze del cuore
Una donna fissa che non ricambia lo sguardo
Una donna magica, unica infermiera
Che ti lecca nel cuore e cuce le ferite
Un luogo dell'anima in cui ritornare
A dipanare l'imbroglio delle nostre vite
Perché il destino, il fato, è cambiato
E oggi gli dei ci sono nemici
E certamente non basta più viaggiare
Per sembrare degli zingari felici
... certo le donne, ah! le donne, che affare
Bisognerebbe averne almeno una per ciascuno
E poi le donne, anche in mezzo al mare
Ah, le donne, che profumo
Ma proprio quella che ci voleva
Quella sirena, è finita male
Qui abbiamo chiuso tutti le orecchie
Fino al prossimo carnevale
E proprio quella che ci voleva
Si è consegnata al Grande Digiuno
La vita è stanca, e se ne va via
Vieni via Ulisse
Siamo in mezzo al marem
Qui non c'è più nessuno
Vieni via Ulisse
Siamo in mezzo al mare
Qui non c'è più nessuno
Col suo giaccone da marinaio
E quel sorriso da gioconda un poco troia
Precipitata dal Louvre in questa specie di guaio
Perché il destino, il fato, è cambiato
E oggi gli dei ci sono nemici
E certamente non basta più viaggiare
Per sembrare degli zingari felici
Perché gli anni passano e i figli crescono
E ognuno pensa alle cose sue
E se gli chiedi quanti figli ha lui
Ci pensa un po' prima di dire due
Due quasi grandi che lo prendono in giro
Quando riceve lettere d'amore
Guardate Ulisse, navigatore solitario
Che discende in canoa le intermittenze del cuore
...e poi le donne, ah! le donne, che affare
Ce ne vorrebbero tre o quattro per ciascuno
E poi le donne, anche in mezzo al mare
Ah, le donne, che profumo
Le donne salutano dal banchina, e piangono
Il giorno che devi partire
Poi si consolano e ci bevono sopra
E quella notte chissà con chi vanno a dormire
Ecco, coi gomiti spolvera il tavolo Ulisse
Parla di Tennyson, di Omero e di Dante
Sempre a occidente senza nessuna paura
Perché è il ritorno che non è importante
E quindi la storia della galera
E i traffici dopo l'università
Ma era bello rubare nei supermercati
In barba al principio della proprietà
È breve la vita, è un lampo che illumina
Soltanto una scena da dilettanti
Se non sai bene la tua parte a memoria
Cosa farai col pubblico davanti
Balbetterai qualcosa, una musica dolce
Quell'unica semplice melodia che sai
Rimandando a domani il senso del tempo
Del poco tempo contato che hai
...ma per fortuna le donne, che affare
Ce ne vorrebbero due o tre per ciascuno
E poi le donne, anche in mezzo al mare
Ah, le donne, che profumo
Appena in tempo alla banchina, e salutano
Il giorno che devi partire
Poi tornano a casa e ci dormono sopra
E nei sogni chissà dove vanno a finire
Ecco, ha la faccia tra le mani Ulisse
E ci racconta di quel brutto incidente
Rivedere lei in camice al pronto soccorso
Come se gli anni non fossero niente
Rivedere lei e sentire tornare
La meraviglia di quel tempo antico
Le ciliege sull'albero, orecchini di un sogno
Da sognare con tutti o con più di un amico...
... perché le donne, ah! le donne, che affare
Ce ne vorrebbero una o due per ciascuno
E poi le donne, anche in mezzo al mare
Ah, le donne, che profumo
Ma non c'è nessuno sulla banchina, piove
Proprio il giorno che devi partire
Sono tutti a casa e ci bevono sopra
E nei sogni chissà con chi vanno a dormire
Ecco, ha le mani tra i capelli Ulisse
Quei riccioli grigi eternamente ribelli
C'è quasi una lacrima che vorrebbe sgorgare
Per farci capire che tempi eran quelli
Tempi di lotta e tempi duri d'amore
Tra l'Italia sconfitta e un futuro bastardo
E una donna che chiude le intermittenze del cuore
Una donna fissa che non ricambia lo sguardo
Una donna magica, unica infermiera
Che ti lecca nel cuore e cuce le ferite
Un luogo dell'anima in cui ritornare
A dipanare l'imbroglio delle nostre vite
Perché il destino, il fato, è cambiato
E oggi gli dei ci sono nemici
E certamente non basta più viaggiare
Per sembrare degli zingari felici
... certo le donne, ah! le donne, che affare
Bisognerebbe averne almeno una per ciascuno
E poi le donne, anche in mezzo al mare
Ah, le donne, che profumo
Ma proprio quella che ci voleva
Quella sirena, è finita male
Qui abbiamo chiuso tutti le orecchie
Fino al prossimo carnevale
E proprio quella che ci voleva
Si è consegnata al Grande Digiuno
La vita è stanca, e se ne va via
Vieni via Ulisse
Siamo in mezzo al marem
Qui non c'è più nessuno
Vieni via Ulisse
Siamo in mezzo al mare
Qui non c'è più nessuno