Atto Prima: Scene Prima by Christoph Willibald von Gluck Lyrics
Scene PrimaAmeno, ma solitario boschetto di allori e cipressi che ad arte diradato
racchiude in un piccolo piano la tomba di Euridice.
All'alzarsi della tenda al suono di mesta sinfonia, si vede occupata la
scena da uno stuolo di Pastori e Ninfe seguaci di Orfeo che portano
serti di fiori e ghirlande di mirto; e mentre una parte di loro arder fa de' profumi incorona il marmo e sparge fiori intorno alla tomba, intuona l'altra il seguente Coro, interrotto da' lamenti di Orfeo che, disteso sul
davanti sopra di un sasso, va di tempo in tempo replicando
appassionatamente il nome di Euridice.CORO
Ah! se intorno a quest'urna funesta,
Euridice, ombra bella t'aggiri,
odi i pianti, i lamenti, i sospiri
che dolenti si spargon per te.
Ed ascolta il tuo sposo infelice,
che piangendo ti chiama, e si lagna,
come quando la dolce compagna
tortorella amorosa perdé.
ORFEO
Basta, basta, o compagni: il vostro lutto
aggrava il mio. Spargete
purpurei fiori, inghirlandate il marmo,
partitevi da me: restar vogl'io
solo fra queste ombre funebri ed oscure
coll'empia compagnia di mie sventure.
CORO
Ah! se intorno a quest'urna funesta
Euridice, ombra bella, t'aggiri,
odi i pianti, i lamenti, i sospiri,
che dolenti si spargon per te.
ORFEO
Chiamo il mio ben così
quando si mostra il dì,
quando s'asconde.
Ma, oh vano mio dolor!
l'idolo del mio cor
non mi risponde.
Euridice! Euridice!
Ombra cara, ove sei? Piange il tuo sposo,
ti domanda agli dèi,
a' mortali ti chiede e sparse a' venti
son le lagrime sue, i suoi lamenti.
Cerco il mio ben così
in queste, ove morì,
funeste sponde.
Ma sola al mio dolor,
perché conobbe amor,
l'eco risponde.
Euridice! Euridice! Ah, questo nome
san le spiagge, e le selve
l'appresero da me. Per ogni valle
Euridice risuona; in ogni tronco
scrisse il misero Orfeo, Orfeo infelice:
Euridice, idol mio, cara Euridice.
Piango il mio ben così,
se il sole indora il dì,
se va nell'onde.
Pietoso al pianto mio
va mormorando il rio
e mi risponde.
Numi! barbari numi!
D'Acheronte e d'Averno
pallidi abitator, la di cui mano
avida delle morti
mai disarmò, mai trattener non seppe
beltà né gioventù, voi mi rapiste
la mia bella Euridice
(oh memoria crudel!) sul fior degli anni:
la rivoglio da voi, numi tiranni.
Ho core anch'io per ricercar sull'orme
dei più intrepidi eroi, nel vostro orrore,
la mia sposa, il mio ben...
racchiude in un piccolo piano la tomba di Euridice.
All'alzarsi della tenda al suono di mesta sinfonia, si vede occupata la
scena da uno stuolo di Pastori e Ninfe seguaci di Orfeo che portano
serti di fiori e ghirlande di mirto; e mentre una parte di loro arder fa de' profumi incorona il marmo e sparge fiori intorno alla tomba, intuona l'altra il seguente Coro, interrotto da' lamenti di Orfeo che, disteso sul
davanti sopra di un sasso, va di tempo in tempo replicando
appassionatamente il nome di Euridice.CORO
Ah! se intorno a quest'urna funesta,
Euridice, ombra bella t'aggiri,
odi i pianti, i lamenti, i sospiri
che dolenti si spargon per te.
Ed ascolta il tuo sposo infelice,
che piangendo ti chiama, e si lagna,
come quando la dolce compagna
tortorella amorosa perdé.
ORFEO
Basta, basta, o compagni: il vostro lutto
aggrava il mio. Spargete
purpurei fiori, inghirlandate il marmo,
partitevi da me: restar vogl'io
solo fra queste ombre funebri ed oscure
coll'empia compagnia di mie sventure.
CORO
Ah! se intorno a quest'urna funesta
Euridice, ombra bella, t'aggiri,
odi i pianti, i lamenti, i sospiri,
che dolenti si spargon per te.
ORFEO
Chiamo il mio ben così
quando si mostra il dì,
quando s'asconde.
Ma, oh vano mio dolor!
l'idolo del mio cor
non mi risponde.
Euridice! Euridice!
Ombra cara, ove sei? Piange il tuo sposo,
ti domanda agli dèi,
a' mortali ti chiede e sparse a' venti
son le lagrime sue, i suoi lamenti.
Cerco il mio ben così
in queste, ove morì,
funeste sponde.
Ma sola al mio dolor,
perché conobbe amor,
l'eco risponde.
Euridice! Euridice! Ah, questo nome
san le spiagge, e le selve
l'appresero da me. Per ogni valle
Euridice risuona; in ogni tronco
scrisse il misero Orfeo, Orfeo infelice:
Euridice, idol mio, cara Euridice.
Piango il mio ben così,
se il sole indora il dì,
se va nell'onde.
Pietoso al pianto mio
va mormorando il rio
e mi risponde.
Numi! barbari numi!
D'Acheronte e d'Averno
pallidi abitator, la di cui mano
avida delle morti
mai disarmò, mai trattener non seppe
beltà né gioventù, voi mi rapiste
la mia bella Euridice
(oh memoria crudel!) sul fior degli anni:
la rivoglio da voi, numi tiranni.
Ho core anch'io per ricercar sull'orme
dei più intrepidi eroi, nel vostro orrore,
la mia sposa, il mio ben...