Izakaya jazz interlude by Carlo Corallo Lyrics
[Testo di "Izakaya jazz interlude"]
[Strofa]
Ti aspetto da tanto, seduto al tavolo
Anche se il ritardo sa di tappo come fosse questo vino bianco
E mi sento fermo al primo banco
Su quella a fianco una spigola del Kanto bollita nel mango
Va in gita nel piatto dalla cucina
Mentre un'oliva scivola nell'alcol inserita nell'Aperol
Poi il gambo di un cardo aggira l'arto di un gambero o il cranio di un gambero
All'angolo un cavolo asiatico bianco come un grammo d'Asiago
O il panko con il grano ramato
Sai, è ricoperto dall'Asahi e ricorda la purezza dell'asado
Esausto mi ero alzato quando arrivi
Da lontano, con un piano da bambini
Enumerando scuse random, palliativi, dici: "Capita"
Ma carica di rabbia con un umore nero
E faccia candida, dalmata, fata
In una giacca laminata fatta a macchina
A scaglie tipo sagome di carpa su una lampada di carta
Mostri le bacchette a mo' di lambda
È una lambada acida ma mai algida
Ostriche, ananas, astice, anice, anatra
Porridge con foglie di salice, laricе e guaranà
Guarda là, croste di aragosta raccolte nеllo coste nostre
Rosse, toste, poste come cosce cotte con le gocce d'olio
O come un uovo poke perché forse per un uomo
Con le cose in pochette che gioca in borsa
Corre con le Porsche e le Corvette
Non con le Converse rotte o con le Cortez (Uh)
Coltre in un salone buio, calore puro
Vapore fumo, wunton, udon
Noodles al sapore di salmone crudo, punto uno
Ungo il kobe col limone ma sudato
Perché sfiorato sul lato dal tuo tallone nudo
E pensare che da piccolo a mare
Usavamo gli illici per calcolare la freddezza
Ora hanno assunto il senso contrapposto
Una carezza che scade quando il cameriere si avvicina al mio posto
Poi potremmo fare tardi, magari i pazzi
Fare due passi, levare i tacchi e chiamare il taxi
Lasciare i baozi sui piani in quarzo dei piatti caldi
Evitarci il grasso arso del manzo e le pastinache
Toc toc, brodo con tuorlo d'uovo
Rotto sul bordo nuovo del fondo di un wok vuoto
[Strofa]
Ti aspetto da tanto, seduto al tavolo
Anche se il ritardo sa di tappo come fosse questo vino bianco
E mi sento fermo al primo banco
Su quella a fianco una spigola del Kanto bollita nel mango
Va in gita nel piatto dalla cucina
Mentre un'oliva scivola nell'alcol inserita nell'Aperol
Poi il gambo di un cardo aggira l'arto di un gambero o il cranio di un gambero
All'angolo un cavolo asiatico bianco come un grammo d'Asiago
O il panko con il grano ramato
Sai, è ricoperto dall'Asahi e ricorda la purezza dell'asado
Esausto mi ero alzato quando arrivi
Da lontano, con un piano da bambini
Enumerando scuse random, palliativi, dici: "Capita"
Ma carica di rabbia con un umore nero
E faccia candida, dalmata, fata
In una giacca laminata fatta a macchina
A scaglie tipo sagome di carpa su una lampada di carta
Mostri le bacchette a mo' di lambda
È una lambada acida ma mai algida
Ostriche, ananas, astice, anice, anatra
Porridge con foglie di salice, laricе e guaranà
Guarda là, croste di aragosta raccolte nеllo coste nostre
Rosse, toste, poste come cosce cotte con le gocce d'olio
O come un uovo poke perché forse per un uomo
Con le cose in pochette che gioca in borsa
Corre con le Porsche e le Corvette
Non con le Converse rotte o con le Cortez (Uh)
Coltre in un salone buio, calore puro
Vapore fumo, wunton, udon
Noodles al sapore di salmone crudo, punto uno
Ungo il kobe col limone ma sudato
Perché sfiorato sul lato dal tuo tallone nudo
E pensare che da piccolo a mare
Usavamo gli illici per calcolare la freddezza
Ora hanno assunto il senso contrapposto
Una carezza che scade quando il cameriere si avvicina al mio posto
Poi potremmo fare tardi, magari i pazzi
Fare due passi, levare i tacchi e chiamare il taxi
Lasciare i baozi sui piani in quarzo dei piatti caldi
Evitarci il grasso arso del manzo e le pastinache
Toc toc, brodo con tuorlo d'uovo
Rotto sul bordo nuovo del fondo di un wok vuoto