Etimologia by Carlo Corallo Lyrics
[Testo di "Etimologia"]
[Strofa 1]
Parole dette a bassa voce
Soffiate oltre il collier d'oro
Da ore in bocca come un colluttorio dolce
Ed uno sguardo docile
Ma i tuoi capelli sono legni che mi basta torcere
E siamo torce, forse
È in volte come questa
Che penso che la mia etnia sia influenzata dall'Etna
Sudore se chiami per nome con quella cadenza lenta
E stai attenta alla scansione di ogni lettera
Tu rendi la passione un'esperienza
In cui ogni mossa è concеssa
Pure comandarsi a bacchetta
Ma per darе vita a un'emozione intensa
Che poi è la differenza tra un dittatore
Ed un direttore d'orchestra
La testa sta morendo al rogo
Io moderno Erodoto
Padre della storia nel senso di rapporto erotico
In un vorticoso incipit di voglia
Che ricorda i libri di scuola
Con gli indici prima di ogni parola
Ma ora, accolti questi baci apolidi
Il tatto è l'ultimo tratto prima di varie trasmigrazioni
Il contatto si fa simbiosi, fa dubitare del fatto
Che noi siamo due corpi soli e che siamo due corpi solidi
A rispondersi: "Stasera ho programmi"
Che ci fa sentire sempre più macchine e meno umani
Così vorrei bussassi, coi palmi sulla mia schiena
E che la testiera fosse una tastiera di vene pulsanti
[Strofa 2]
Se io sono Bologna, tu sei San Petronio
Se io Xavier Dolan, tu Mommy
Ma con mille alibi tra le mani
Mentre un'aria estiva stimola l'umami
Così che i pensieri contrari di entrambi domani saranno unanimi
E distanti da credenti e padri
Ma anche noi con gli organi usati
Come strumenti per momenti sacri
Sai, il tuo mi piace, quasi
Perdo la pace se mi allontani
Forse è per questo che si piange appena nati
Il pericolo è di odiarsi tra anni
Durante vite lunghe in cui crescere insieme come le unghie
E magari farò il perito meglio di altri
Che un marito è già istruito
Al confronto continuo tra due caratteri
Da estranei conta un altro schema
Andare a cena è un rito per non star soli la sera
Concentrando la libido alla fine della pancia
Finché un liquido ci separa come alla fine della Pangea
O in un camera gelida o troppo calda
Con un parquet iridato e ogni parete bianca
Su cui strapparmi la giacca tipo avvocato radiato dall'albo
E starti accanto fin quando siamo irradiati dall'alba
Ormai quasi ogni tua usanza l'ho fatta mia
Ogni ansia o periodo di calma, ogni principio etico o follia
Per questo, quando dici: "Vieni da me", sorrido
Perché per te è un invito, per me si tratta di etimologia
[Strofa 1]
Parole dette a bassa voce
Soffiate oltre il collier d'oro
Da ore in bocca come un colluttorio dolce
Ed uno sguardo docile
Ma i tuoi capelli sono legni che mi basta torcere
E siamo torce, forse
È in volte come questa
Che penso che la mia etnia sia influenzata dall'Etna
Sudore se chiami per nome con quella cadenza lenta
E stai attenta alla scansione di ogni lettera
Tu rendi la passione un'esperienza
In cui ogni mossa è concеssa
Pure comandarsi a bacchetta
Ma per darе vita a un'emozione intensa
Che poi è la differenza tra un dittatore
Ed un direttore d'orchestra
La testa sta morendo al rogo
Io moderno Erodoto
Padre della storia nel senso di rapporto erotico
In un vorticoso incipit di voglia
Che ricorda i libri di scuola
Con gli indici prima di ogni parola
Ma ora, accolti questi baci apolidi
Il tatto è l'ultimo tratto prima di varie trasmigrazioni
Il contatto si fa simbiosi, fa dubitare del fatto
Che noi siamo due corpi soli e che siamo due corpi solidi
A rispondersi: "Stasera ho programmi"
Che ci fa sentire sempre più macchine e meno umani
Così vorrei bussassi, coi palmi sulla mia schiena
E che la testiera fosse una tastiera di vene pulsanti
[Strofa 2]
Se io sono Bologna, tu sei San Petronio
Se io Xavier Dolan, tu Mommy
Ma con mille alibi tra le mani
Mentre un'aria estiva stimola l'umami
Così che i pensieri contrari di entrambi domani saranno unanimi
E distanti da credenti e padri
Ma anche noi con gli organi usati
Come strumenti per momenti sacri
Sai, il tuo mi piace, quasi
Perdo la pace se mi allontani
Forse è per questo che si piange appena nati
Il pericolo è di odiarsi tra anni
Durante vite lunghe in cui crescere insieme come le unghie
E magari farò il perito meglio di altri
Che un marito è già istruito
Al confronto continuo tra due caratteri
Da estranei conta un altro schema
Andare a cena è un rito per non star soli la sera
Concentrando la libido alla fine della pancia
Finché un liquido ci separa come alla fine della Pangea
O in un camera gelida o troppo calda
Con un parquet iridato e ogni parete bianca
Su cui strapparmi la giacca tipo avvocato radiato dall'albo
E starti accanto fin quando siamo irradiati dall'alba
Ormai quasi ogni tua usanza l'ho fatta mia
Ogni ansia o periodo di calma, ogni principio etico o follia
Per questo, quando dici: "Vieni da me", sorrido
Perché per te è un invito, per me si tratta di etimologia